"il conto delle minne" di Giuseppina Torregrosa è un romanzo per tutti ma dedicato, secondo la mia percezione, alle donne, alla loro forza e alle relazioni che essere sanno tessere tra di loro, soprattutto quando c'è un forte legame, d'affetto e di sangue.
Trovo che l'autrice scriva in maniera deliziosa e intensa, è molto attenta ai particolari e alle emozioni dei personaggi.
Scopro, facendo delle ricerche, com'è mia abitudine, che, oltre ad essere una bravissima scrittrice, è una ginecologa, che si è dedicata anche alla prevenzione dei tumori al seno, quindi la scelta del tema "minne", non dev'essere stata casuale. Questo per strappare un sorriso e invitare tutte le donne, compresa me stessa, a non avere paura degli esami medici e a fare prevenzione.
Come una ricetta culinaria, la scrittrice, amalgama in queste pagine, tutti gli ingredienti, mescolandoli per bene, per narrare la storia di una famiglia e, soprattutto di due donne forti. Decora con il dialetto siciliano certe espressioni, intinge nella visceralità mediterranea i dialoghi e le narrazioni. E a me questo piace molto, così come mi piace la Sicilia, e in queste righe, la si respira.
"Prima o poi te ne accorgerai anche tu che qui in Sicilia, isola di cruzzuni, i desideri delle donne non contano niente, mentre quello che vogliono gli uomini diventa destino" [frase su cui riflettere]
Un libro crudo, soprattutto nella seconda parte, ma che mi è piaciuto perchè evidenzia quella forza atavica insita nelle donne, in certe Donne, che fanno delle loro tradizioni, dei loro problemi e sacrifici, la chiave di volta per rinascere.
"Sono capace di scegliere, di affrontare i problemi, di trovare soluzioni. Ma non si tratta di superpotere esclusivamente mio, è piuttosto una speciale resistenza di cui sono dotate le donne, anche se qualche volta non ne sono consapevoli. Sono loro che possiedono il segreto della vita, che tessono pazientemente giorno dopo giorno la storia delle loro famiglie e poi la raccontano agli altri perché ne facciano tesoro".
E' stato un pò deludente, in alcune parti della seconda parte, perchè mi è sembrato che la protagonista, accecata dalla passione per Sabbatino Abbasta, abbia dimenticato i sacrifici e le sofferenze delle donne della sua famiglia.
Tra le citazioni che mi son piaciute di più, riporto anche questa:
"La nostalgia è un dolore fisico cui mi abbandono con un sottile piacere. I ricordi sono un mare agitato nel quale per qualche giorno mi piace nuotare."
Un libro sicuramente da leggere
Post Scriptum: Nel leggere questo libro, non ho potuto fare a meno di pensare a mia nonna paterna, noi che abbiamo, per tradizione del Sud, lo stesso nome. C'erano delle coincidenze... le stesse frasi che pronuncia anche la mia nonna, L. "... la meglio parola è quella che non si dice"
Giusto per fare un esempio, [per non parlare di quando la nonna mi voleva accanto a sè, quando faceva il pane e le pizze, nel forno a legna e si faceva colazione con un bicchiere di vino e una fetta di vera pizza napoletana, fumante... momenti magici e indelebili, che il libro mi ha riportato, per un attimo, alla mente]
Se si volessero leggere libri su questo stesso tema, cioè il rapporto nonne-nipoti, attraverso il quale si imbastisce il ricamo che porta al disegno completo di una famiglia, e nel quale riflettere sulla propria, consiglio anche L'ora del tè di Cristina Michelotti [recensione qui], e il più famoso, Và dove ti porta il cuore di Susanna Tamaro, straordinario.
Buona Lettura!
Avete letto questo libro e/o gli altri titoli citati?
Fatemi sapere, sono curiosa!
adoro la Torregrossa! ho letto tutti i suoi libri, secondo me è bravissima!
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