Titolo: Tre cavalli
Autore: Erri De Luca
Editore: Universale Economica Feltrinelli
Pagine: 109
Prezzo: 6,50
Data di uscita: 18/01/2002
ISBN: 9788807816819
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Recensione a cura di Lena Ceglia
Tre anni una siepe, tre siepi un cane, tre cani un cavallo, tre cavalli un uomo. Se questa è la durata assegnata, qui si narra il corso dei primi due cavalli della vita di un uomo.
In Tre cavalli, si narra la storia di un giardiniere italiano di 50 anni, di cui non viene mai fatto il nome, all'interno di tutto il libro.
Ritorna in Italia, dopo aver trascorso un ventennio, dai 20 ai 40 anni, in Argentina, in cui era andato per amore di una ragazza argentina conosciuta in Italia.
L'Argentina è sicuramente il filo conduttore di tutta la trama, infatti gli accadimenti avvenuti nel suo ventennio vengono raccontati attraverso flashback istantanei, eppur profondi e puntuali.
Lì in Argentina vive il periodo della dittatura, in cui ci furono i migliaia di giovani desaparecidos, e decide così di prendere parte alla furiosa lotta clandestina contro la dittatura. Più che un vivo e cosciente desiderio, viene travolto dagli eventi, partecipandovi assieme alla ragazza di cui è innamorato, e vi partecipa non perchè ci credesse in maniera particolare, ma perchè gli sembra naturale, vedendo il grande corteo di giovani che passa sotto il balcone di casa sua, prendervi parte.
Lascia l'Argentina a seguito dell'uccisione della donna amata [così come riportato in quarta di copertina, nella trama] e da quel momento si addentra nell'America del Sud, cercando di salvarsi la vita, perchè inseguito. Tra una serie di incontri, fausti ed infausti, impara il rovescio geografico del mondo: quello toccato non è il fondo delle ultime terre, ma il culmine delle prime.
Dal profondo Sud dell'America Latina, riuscirà a fare ritorno in Italia, ed è qui che ha inizio la vera storia.
Il nostro protagonista irrompe nella conversazione con i suoi continui flashback, ma li racconta al tempo presente i suoi ricordi, la sua solitudine e il suo dolore graffiante.
Non crede nè al passato nè all'evvenire.
"Domani devo partire,dice.
Domani, dico, e che ne so? Qui c'è tutto l'oggi che serve."
In Italia si mette a fare il giardiniere, curando i giardini di un vecchio amico di gioventù. Incontra una donna, "lei con aria di vento addosso", che gli farà forse trovare la pace in corpo e nell'animo.
L’amore, solo quello: l’amore di un uomo che sa che dovrebbe amare in maniera diversa, più profonda, imparando a restare, perchè ad ogni età, ad ogni cavallo, corrisponde un modo di lasciarsi andare, il lusso di vivere più intensamente, senza riserve, senza mai risparmiarsi.
"L'Amore allora è scambio di abbracci affondati,
bisogno di nodo"
A proposito degli alberi, il protagonista pensa:
"Sono creature concrete ma spingono da una forza di eleganza. Bellezza necessaria a loro è vento, luce, uccelli, grilli, formiche e un traguardo di stelle verso cui puntura la formula dei rami.
[...]
Un albero ascolta comete, pianeti, ammassi e sciami. Sente le tempeste sul sole e le cicale addosso con la stessa premura di vegliare. Un albero è alleanza tra il vicino e il perfetto lontano."
Questo romanzo mi è piaciuto molto. Ho trovato particolare lo stile di scrittura dell'autore, anche se, in realtà alle prime pagine ho fatto un pò di fatica a capire COSA mi volesse raccontare, uno dei due motivi delle mie 4 stelline e mezzo.
Il tempo di qualche pagina, dicevo, e poi ogni parola ti rimane dentro, marchiata.
De Luca usa la punteggiatura in maniera anticonvenzionale in riferimento alla struttura dei dialoghi, facendoceli percepire come un racconto nel racconto. E l'ho trovato geniale, come il pensiero di scandire la vita di un uomo come fossero tre cavalli [e lascio a voi scoprire come].
Sempre inizialmente e un pò verso la metà del libro, ho trovato un pò monotono il dover raccontare tutto per mezzo delle metafore, l'ho trovato un pò stancante. L'altro motivo delle 4 stelline e mezzo.
Fatte queste doverose ed oggettive considerazioni, volte a catturare le mie emozioni nel momento stesso in cui ho letto queste pagine, posso affermare che è un romanzo meraviglioso dove il profumo del caffè, la furiosità del mare e il senso tattile della passionalità si evincono in modo forte e penetrante.
Ho pensato a questo libro come all'andatura di un cavallo: ha andatura lenta ed elegante in certi passi, furiosa e accelerata in altri, un'andatura frammentata capace di non distogliere il pensiero dalle parole scritte, un'andatura al galoppo verso la fine del romanzo, quando il desiderio di sapere è al culmine e rimani imbrigliato nelle parole e nei personaggi.
Personaggi che vedi dinanzi ai tuoi occhi e che inevitabilmente porterai con te.
Un libro che consiglio a chi ha voglia di una storia densa e vera.
Per noi appassionati lettori, certi dettagli, poi, non si possono perdere:
il nostro solitario giardiniere, ha sempre un libro con sè, ed io mi chiedo quale sia.
Vi dono l'incipit.
"Leggo solo libri usati, li appoggio al cestino del pane, giro la pagina con un dito e quella resta ferma. Così mastico e leggo; i libri nuovi sono petulanti, i fogli non stanno quieti a farsi girare, resistono e bisogna spingerli per tenerli giù; i libri usati invece hanno le costole allentate , le pagine passano lette senza tornare a sollevarsi."
Buona Lettura!
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