Clarissa Pinkola Estes
Nasce il 27 gennaio 1943, in Indiana [USA] da Cepción Ixtiz ed Emilio Maria Reyes, messicani di origine spagnola e indiana, in una cittadina rurale di 600 anime. Al momento della sua nascita i genitori, operai, lavoravano presso il confine tra Michigan e Indiana. Da loro impara a parlare spagnolo, ma per ragioni che non ha mai spiegato, viene data in adozione all’età di quattro anni e affidata a Maruska Hornyak e Joszef Pinkola, immigrati ungheresi che, come i genitori biologici, non sapevano né leggere né scrivere.
Clarissa è circondata da persone provenienti da molte tradizioni diverse, in prevalenza americani cattolici di prima generazione e immigrati, da poco arrivati dall'Europa, depositari di molta conoscenza, passata attraverso le storie che avevano imparato. Clarissa è la prima della sua famiglia a finire le scuole elementari e già dalla prima infanzia viene formalmente consacrata a Lei, la Madre Benedetta «la più selvaggia tra le selvagge, la più forte tra le forti», attraverso La Sociedad de Guadalupe.
Nella sua casa, in cui la televisione compare quando Clarissa aveva 12 o 13 anni, le tradizioni orali dei cantastorie europei sono parte della vita quotidiana, insieme alle urla, pugni e alterchi tra adulti in una famiglia segnata da alcolismo e violenza.
Negli anni Sessanta, ancora giovanissima, emigra a occidente, verso le Montagne Rocciose. Qui vive tra gentili stranieri ebrei, italiani, irlandesi e molti altri che diventano amici e affini. Spinta dalle ricerche etnografiche continua la migrazione verso sud, attraversando la Panamericana, e ha la fortuna di conoscere alcune delle rare e antiche comunità di origine latinoamericana e di trascorrere del tempo anche con i nativi americani.
Si forma come analista junghiana presso lo Union Institute di Cincinnati (OH), dove consegue un dottorato in etnopsicologia clinica, lo studio di modelli sociali e psicologici in gruppi culturali e tribali.
Nel 1984 consegue un post dottorato presso The Inter-Regional Society of Jungian Analysts di Zurigo, Svizzera.
In quanto specialista in eventi traumatici lavora in molte carceri e istituti per la cura di bambini e madri feriti e traumatizzati, integrando l'uso delle storie e delle favole nella terapia. Perché «...i racconti sono, in uno dei sensi più antichi, un'arte curativa».
Già Marie-Louise von Franz, allieva e collaboratrice di C.G. Jung, esplorò l'espressione degli archetipi della fiaba. Clarissa va oltre, unendo l'arte alla conoscenza e alle tradizioni, la propria esperienza di vita alla passione latina e ai valori cattolici, raccogliendo una notevole mole di materiale attinto dal mondo delle fiabe e dei racconti popolari. Su tale base ha costruito una interpretazione psicoanalitica, enucleando una serie di archetipi di tipologie femminili utili per descrivere la psiche. È autrice di numerosi libri sulla vita dell'anima e del 1992 è quello che diventerà il suo libro più famoso, Donne che corrono coi lupi, tradotto in più di 40 lingue e best seller per oltre 145 settimane.
In questo saggio raccoglie due decenni di esperienza, storie e riflessioni per indicare alle donne la via del viaggio interiore, attraverso il ricongiungimento con la Donna Selvaggia perché «le questioni dell'anima femminile non possono essere trattate modellando la donna in una forma femminile più accettabile per una cultura inconsapevole, né l'anima può essere piegata in una forma intellettualmente più accettabile per coloro che pretendono di essere gli unici portatori della consapevolezza..
Tratto da L'enciclopedia delle donne
Recensione
Credo che la Dr.ssa Clarissa Pinkola Estes., etnologa e psicologa, abbia fatto un lavoro eccezionale e magnifico, in 20 di esperienza ha maturato una consapevolezza della forza delle donne talmente forte da infonderla in queste pagine, fondando una psicologia del femminile.
Il libro, per chi non è avvezzo ai lavori e/o chi non è appassionato a questi temi, può risultare complicato.
In questo libro mi sono sentita a casa, pur trovando qualche piccola difficoltà qui e lì, l'ho letto come una sorsata d'acqua di sorgente. Ogni pagina mi rigenera da dentro.
Non l'ho ancor afinito, e non credo voglio porre fine ...volgio mi accompagni ancora per un pò....612 pagine....di meraviglia....comprese Indroduzione e Note.
Attraverso le favole, i miti e le leggende l'autrice ci dà la chiave per sanare le nostre ferite e ritrovare la Donna Selvaggia, la Loba che è in noi.
Infattiil titolo di questo libro, Donne che corrono coi lupim, deriva dagli studi di biologia sulla fauna selvatica fatti dall'autrice, in particolare sui lupi.
I lupi e le donne hanno in comune alcune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, protezione materna, grande devozione.
In questo libro troveremo favole conosciute come ad esempio, per citarne qualcuna, Barbablù e Il brutto anatroccolo, e leggende di popoli lontani ed altre fiabe.
Ho trovato in questo libro tutto ciò che più mi appassiona, è stato, è, formativo, ti arricchisce.
Voglio leggere tutta la bibliografia di Clarissa Pinkola Estès.
Vi dono una citazione, anche se dovrei trascrivervi, parola per parola, virgola dopo virgola, l'intero saggio.
"Andate e lasciate che le storie, ovvero la vita, vi accadano, e lavorate queste storie dalla vostra vita, riversateci sopra il vostro sangue e le vostre lacrime e il vostro riso finché non fioriranno, finché non fiorirete."
Titolo: Donne che corrono coi lupi
Titolo originale:Women Who Run with the Wolves
Traduttore: Maura Pizzorno
Collana: Saggistica
Editore: Frassinelli
Pagine:612
ISBN: 9788866215011
Prezzo: 14 euro
è un libro importante...ho voglia di rileggerlo!
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