E' stato amore a prima vista, mi sono addentrata fino alle viscere dell'America Latina ed è stato un viaggio emozionante e a tratti surreale. Adoro il Realismo magico sudamericano, quella corrente letteraria che mischia in modo sublime i riti tradizionali popolari con la magia e le credenze del territorio e/o di una specifica etnia o famiglia.
Marquez ha fatto breccia dentro me con questo capolavoro dal sapore melanconico ed onirico, non credevo mi potesse prendere così tanto.
Ammetto che ho fatto un pò di difficoltà a stare dietro ai nomi discendenti del capostipite Buendìa, ma poi tutti i personaggi li ho vissuti come vecchi amici che conoscevo da sempre, tanta è la bravura di Marquez di farli vivere, esprimerli nella loro realtà, ho avuto l'impressione che siano state persone realmente esistite da cui lo scrittore ha tratto spunto.
La lettura è scorrevole, molto piacevole e le vicende si intrecciano in un'amalgama ben miscelata.
Marquez racconta le vicende della famiglia Buendìa, una storia che si svolge nell'arco di un secolo, il tempo è il perno principale del romanzo che prende sostanza nella città di Macondo e nella solitudine dei personaggi che, di volta in volta, si avvicendano nella casa che fa da sfondo agli avvenimenti.
Una saga familiare di una beltà sorprendente che si svolge in atmosfere esotiche, una storia indimenticabile, un romanzo denso e commovente. Da leggere, perchè descriverlo sminuirebbe la sua essenza.
"... godevano del miracolo di volersi bene tanto a tavola quanto a letto, e giunsero a essere così felici, che quando erano ormai due vecchi sfiniti continuavano ancora a ruzzare come coniglietti e a litigare come cani"
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