Sinossi
Il tema centrale è quello della vita patriarcale, legata a usanze secolari, del contadino cinese, per il quale la terra rappresentava tutto: il benessere, l'unione della famiglia, le tradizioni più sacre, le virtù delle generazioni passate e le speranze di quelle future. La buona terra è il libro che ha decretato la fama della Buck, che in questo romanzo descrive con sobrietà, potenza e un senso profondo e sottile di umanità un mondo di umili e oppressi. La sua scrittura, realistica e schiva, dal lessico scarno, ma capace di suscitare emozioni, affascina i lettori con la novità di un racconto che rivela un Paese fino allora sconosciuto, con la sua millenaria cultura, la sua antica miseria, la sua dignità, la sua poesia delle cose semplici.
"Un buon romanziere - almeno, questo mi hanno insegnato in Cina - dovrebbe essere anzitutto tse ran, ovvero naturale, non affettato, tanto flessibile e variabile da essere sempre disponibile a ogni tipo di materiale che scorra attraverso le sue pagine. Il suo unico dovere è quello di compiere una scelta fra gli aspetti della vita che scorre attraverso di lui (...). In Cina, il romanzo è sempre stato piuù importante del romanziere"
- in The Chinese Novel, Pearl S. Buck
Un libro scritto con delicatezza e leggerezza, anche per dire le cose più dure e più profonde.
Le pagine seguono il ciclo delle stagioni e il collegamento con la Natura è forte e ben saldo, ed io ho amato tantissimo questa caratterizzazione.
Considero questo romanzo un capolavoro, un gioiello letterario da custodire nell'animo e nella libreria di casa, un libro da rileggere ancora e ancora.

Wang Lung, come Hasari Pal, a un certo punto della sua vita deve lasciare l'amata terra a causa della siccità e della carestia, e trasferirsi al Sud, per cercare cibo e la speranza di una vita migliore, portando in questo viaggio profonda miseria e povertà, ma anche grande nobiltà d'animo.
Come la famiglia di Hasari Pal che a Calcutta nel quartiere dei diseredati, degli accattoni e dei lebbrosi conosce lo squallore, anche la famiglia di Wang Lung si costruisce un ricovero con delle stuoie vivendo nel degrado, ai confini dell'umanità, accomunata ai loro vicini dallo stesso tremendo destino.
Una storia di riscatto e di rinascita, che pagina dopo pagina mi ha, letteralmente, trasportato in quel mondo facendomi vivere, ora nella gioia ora nella disperazione, la quotidianità di Wang Lung, di sua moglie O-lan ex schiava, del vecchio padre di Wang Lung e dei suoi figlioli.
I temi affrontati dall'autrice sono quelli dell'immigrazione, dei valori della solidarietà e della famiglia, quelli dei diritti insopprimibili dell'essere umano che nel romanzo, alla luce, dell'emergente progresso e del capitalismo, sembrano soppiantati dalla logica del guadagno, come accade tuttora in ogni parte del mondo.
Pearl S. Buck, scrive questo libro nel 1931, ciò che mi ha colpito è proprio la sua attuale contemporaneità, sebbene le vicende affrontate siano diverse da quelle odierne, almeno nella forma.
La potenza evocativa delle descrizioni è molto forte, infatti mentre leggevo vedevo gli scenari descritti minuziosamente, senza appesantimenti, e ogni personaggio l'ho immaginato con caratteristiche precise, anche caratteriali, sebbene la scrittrice non le tracci in maniera analitica.
Porterò nel cuore questo libro, così come le riflessioni e gli insegnamenti che mi ha donato.
"La terra è come la propria carne e il proprio sangue"
Pillole biografiche
Pearl Sydenstricker Buck, più conosciuta come Pearl S. Buck (Hillsboro, 26 giugno 1892 – Danby, 6 marzo 1973), è stata una scrittrice statunitense, vincitrice del Premio Nobel per la letteratura.
Da bambina segue i genitori, missionari della Chiesa Presbiteriana in Cina, dove trascorre la sua giovinezza prima a Ching Kiang sul fiume Yangtze e poi dal 1900 a Shanghai. All'età di 18 anni ritorna negli Stati Uniti dove studia fino alla laurea in letteratura inglese a Lynchburg in Virginia.

Nel 1917 si sposa con John Lossing Buck, un insegnante di economia agraria, assieme al quale si trasferisce in Cina, dove insegna letteratura all'Università di Nanchino fino al 1927, quando è costretta ad abbandonare il paese a causa delle ritorsioni verso gli stranieri e a trovare rifugio in Giappone. Nel 1931 divorzia dal marito e sposa Richard J.Wash, il suo editore. Nello stesso anno pubblica La buona terra (The Good Earth), il suo romanzo più famoso, che le valse il Premio Pulitzer nel 1931 e la medaglia di riconoscimento dall'American Academy of Arts and Letters. Dal romanzo venne tratto l'omonimo film del 1937 diretto da Sidney Franklin. Nel 1938 viene insignita del Premio Nobel per la letteratura.
Rientrata negli Stati Uniti, continua a scrivere e si dedica alla salvaguardia dei diritti umani, dando vita a una fondazione per l'assistenza ai bambini asiatici. Muore nel 1973.
Tra romanzi, saggi, biografie e racconti ha lasciato più di 80 opere. Pubblicò anche opere teatrali, sceneggiature, letteratura per l'infanzia.
Sembra molto interessante!
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