1914-2014. Per il centenario della nascita di Marguerite Duras, Del Vecchio Editore pubblica "La ragazza del cinema", volume che contiene due sceneggiature, due racconti con struttura cinematografica: un inedito, "Il camion", si accosta in un unico piano–sequenza al più noto "Agatha" la conferma della coerenza e dell’acutezza di una grande osservatrice dell’umanità. Nei testi, la struttura cinematografica conferisce ancora maggior densità alle parole, che diventano il sottofondo musicale del tempo che scorre.
In "Agatha" un uomo ritrova la sorella che non vede da anni, nella casa al mare. Si svela pian piano il ricordo delle estati da adolescenti, dell’inquieto desiderio che aleggiava tra i due, intessuto della voglia di partire, di andare via. Un impeto incestuoso narrato come un amore puro e irrealizzabile, vissuto come assoluto, al limite della realtà possibile. L’azione de "Il camion" si svolge tutta in una stanza: Gérard Depardieu e Marguerite Duras leggono la storia di una donna che ogni sera si fa dare un passaggio su un camion diverso e ogni sera racconta all’autista, che non la ascolta mai, la sua vita, per la prima volta. Tra i due personaggi, in salotto, le storie sembrano acquisire forma materiale insieme alla donna che le narra, in una tensione irrisolta e terribilmente perturbante.

Il film, così come il libro, narra di una relazione sessuale illecita tra una ragazzina francese, sottoposta alla madre, ed un facoltoso trentenne cinese, sottoposto al padre. La vicenda si snoda intorno agli scenari stupendi della foce del fiume Mekong e le vie trafficate di Saigon, nell'Indocina francese degli anni trenta.
"L'amante" fu pubblicato nel 1984, ebbe uno straordinario successo che trasformò la Duras, fino ad allora apprezzata dall'elite colta, in una scrittrice amata dal grande pubblico. Quando lo scrisse aveva dunque 70 anni.
"Marguerite Duras racconta e medita su ciò che racconta, senza preoccuparsi della trama: la trama per lei è il filo profondo del discorso, dove il tempo procede per strappi, come se bucasse un vuoto o illuminasse un paesaggio che veniamo a scoprire frammento dopo frammento."
da "Memorie di una lettrice notturna" di Elisabetta Rasy
Come scrive Sandra Petrignani nell'Introduzione (che personalmente ho adorato!) a "La ragazza del cinema": "il cinema di Duras è comunque qualcosa di speciale, di diverso da tutto quello che uno ha imparato sul cinema. La sceneggiatura non è mai rispettata, ogni scena sul set rinasce in modo anche molto distante da come era stata scritta. Perchè il film, nell'immaginario durassiano, è a sua volta un'opera letteraria, con leggi differenti, però, da quelle dello scrivere. (...) Il pubblico di Duras deve essere pronto a tutto, sia al cinema sia leggendola".
Ho letto testi teatrali, ma non avevo ancora mai affrontato una sceneggiatura cinematografica.
Si legge la storia, effettivamente, da un diverso punto di vista quando ci si approccia alla sceneggiatura cinematografica, il cui registro stilistico proietta il lettore sotto una luce diversa: è come se sotto i propri occhi si compisse la scena, per cui chi legge ne viene catturato e diviene protagonista anch'egli. Mi è piaciuto catapultarmi in questa lettura insolita, che mi ha donato una bellissima esperienza. Consiglio a chi volesse leggere "La ragazza del cinema", di leggere prima altri libri della Duras, per coglierne meglio l'essenza.
Pillole biografiche
Marguerite Donnedieu, in arte Marguerite Duras è nata in Indocina nel 1914,

Titolo: La ragazza del cinema
Titoli originali: Agatha; Le camion
Editore: Del Vecchio editore
Traduttore: Angelo Molica Franco
Prefazione: Sandra Petrignani
ISBN: 9788861101005
Pagine: 120
Prezzo: € 13
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