«La maggior parte dei morti tace. Per i poeti non è così. I poeti continuano a parlare.(...)
Chi ha scritto quelle parole era già morto, ma le parole vivevano ancora. Potevi recitarle ad alta voce, come le pronunciava l'altro. Per questo sei venuto qui: per ascoltare di nuovo quelle parole nel silenzio della morte»
Cees Nooteboom, classe 1933 nato all’Aia, autore di romanzi, poesie, saggi, opere teatrali e resoconti di viaggio è uno dei più importanti autori europei contemporanei.
Nel corso della lettura di "Tumbas. Tombe di poeti e pensatori" (Iperborea) ho desiderato partire alla ricerca delle tombe dei letterati che più amo, tra quelli scelti da Nooteboom, e intraprendere in tal modo una sorta di turismo necrologico intellettuale (come scrive Valeria Luiselli ne il suo "Carte false"), per rendere grazie a coloro che con le loro opere, con le loro parole sono stati e continuano ad essere fonte di ispirazione, conforto e bellezza per milioni di persone.
Sulla tomba di Virginia Woolf lascerei un diario nuovo, su quella di Baudelaire una bottiglia di pregiato vino rosso, su quella di Proust delle profumate Madeleine, a Neruda un fascio di rosse rosse, a Calvino un mazzo di tarocchi per nuove storie e così via. Portare loro un fiore, un dono, ricambiare un pensiero. Ho avuto anche il forte desiderio di leggere e rileggere alcune opere, ho appuntato nuovi titoli, letto e trascritto citazioni.
Dalla quarta di copertina:
L'autore nel corso di trent’anni di viaggi per il mondo e attraverso i cieli della letteratura, ha visitato le tombe dei grandi scrittori e filosofi che lo hanno segnato, raccogliendo quello che, dietro una lapide di marmo hanno ancora da raccontare.
Ogni tomba è un lampo sul mondo dello scrittore che la occupa, rievocando una poesia, un frammento di vita o di libro, ispirando folgoranti riflessioni e inattesi collegamenti, in un appassionante pellegrinaggio indietro e avanti nella storia della letteratura e del pensiero, che con Nooteboom diventa una meditazione poetica sull’uomo, il tempo e l’arte. Mentre a ogni pagina cresce il desiderio di andare a leggere e rileggere le opere dei suoi cari immortali.
La potenza delle loro parole ha creato un legame potente con chi le legge, che va oltre la presenza fisica di chi le ha scritte, valica confini spaziali e temporali, l'incanto delle parole resta in noi in eterno e leggendo Tumbas ho avuto appunto tale conferma.
Nooteboom ha reso loro omaggio e gratitudine, e ha donato a noi lettori un capolavoro.
Di narrazione in narrazione, l'animo del lettore si arricchisce di aneddoti, pensieri, riflessioni.
Pochissime certezze ho nella vita, tra queste: leggere tutti i libri di Nooteboom [e di Borges].
Pillole biografiche
Autore di romanzi, poesie, saggi e libri di viaggio, è ritenuto «una delle voci più alte nel coro degli autori contemporanei» (The New York Times), tradotto in più di trenta paesi e insignito di numerosi premi letterari, paragonato dalla critica a Borges, Calvino e Nabokov. Nato all’Aia ed eterno viaggiatore, si è rivelato a soli ventidue anni con Philip e gli altri e ha raggiunto il successo internazionale con romanzi come Rituali e Il canto dell’essere e dell’apparire. Tra le ultime sue opere pubblicate da Iperborea, Le volpi vengono di notte, Avevo mille vite e ne ho preso una sola e Tumbas.
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Bibliografia di Cees Nooteboom
Lettere a Poseidon, Iperborea, 2013
Il suono del suo nome. Viaggi nel mondo islamico, Ponte alle Grazie, 2012
Avevo mille vite e ne ho presa una sola, Iperborea, 2011
Le volpi vengono di notte, Iperborea, 2010
Perduto il Paradiso, Iperborea, 2006
Philip e gli altri, Iperborea, 2005
Le porte della notte, Edizioni del Leone, 2003
Hotel Nomade, Feltrinelli, 2003
Il giorno dei morti, Iperborea, 2001
La storia seguente, Iperborea, 2000
Mokusei, Iperborea, 1994
Verso Santiago. Itinerari spagnoli, Feltrinelli, 1994
Rituali, Iperborea, 1993
Il canto dell'essere e dell'apparire, Iperborea, 1991
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