
Per otto anni, dal 1908 al 1916, Proust intrattiene una relazione epistolare con la signora Williams, una vicina dello scrittore. Abita come lui al 102 di Boulevard Haussmann; ha sposato in seconde nozze un dentista americano, il Dr. Charles D. Williams, con studio al secondo piano del palazzo, proprio sopra l’appartamento di Proust, mentre la coppia vive al terzo piano. Di notte, Proust lavora o combatte contro le ricorrenti crisi d’asma; di giorno, cerca di recuperare il sonno perduto, e dunque il silenzio e la quiete gli sono indispensabili. Lo studio dentistico al secondo piano e i lavori di ristrutturazione al terzo incrinano però il precario equilibrio che governa le giornate dello scrittore. A Proust non resta che rivolgersi alla gentile vicina per chiedere qualche ora di tregua.
«[…] Ho sempre pensato che il rumore sarebbe sopportabile se fosse continuo. Dato che di notte riparano il boulevard Haussmann, di giorno rifanno il suo appartamento e negli intervalli demoliscono il negozio del 98 bis, è probabile che quando questa squadra armoniosa si sarà dispersa, il silenzio suonerà al mio orecchio così innaturale che, rimpiangendo la scomparsa degli elettricisti e la partenza del tappezziere, sentirò la mancanza della mia Ninnananna».
E' proprio la fobia del rumore che dà il via allo scambio di lettere, ma queste acquisiscono presto anche una vita propria. In esse si evince il senso dell’umorismo, ma anche l'empatia e la sensibilità di Proust, il quale apprezza molto le lettere raffinate della signora Williams, donna colta e appassionata lettrice delle opere dell’illustre vicino. Lettera dopo lettera, parola dopo parola, nasce l'amicizia fra due anime solitarie segnate dalla difficoltà dei tempi, la guerra con i suoi strascichi di dolore.
Ho apprezzato tutte le lettere, e mi ha colpito questo passo: «Mi rattrista che lei sia ammalata. Credo che il letto, se non lo trova troppo noioso, esrciti un'azione molto sedativa sui reni. Ma forse lei si annoia. Non potrei mandarle dei libri? Mi dica che cosa la distrarrebbe; ne sarei tanto felice».
"Lettere alla vicina" è un piccolo romanzo epistolare, e come tale racchiude un'intimità che lo connota come prezioso, un'intimità fatta di pudore, lettere da cui fiorisce un'eleganza unica, innata come solo Proust può e sa fare, che ammanta del suo profumo le pagine; è un libro che si può leggere nel giro di un'ora, velocemente, ma che ti rimane dentro a lungo e ti vien voglia di rileggere e sfogliare.
Un libro che magari potrebbe insegnarci anche a avere rapporti migliori col vicinato... :)
RispondiEliminaBello, lo metto nella lista del 2017! Grazie mille! ;)