"Vivere ore di dubbi, ma andare avanti, è un'esperienza ponte che ci mette nei panni degli esseri viventi di ogni tempo e luogo; se la leggiamo in positivo, aiuta a sentirci più vicini all'infinità di vite che per i più svariati motivi si trovano disperse. Ma agli amanti dei grandi territori regala anche l'esaltante sentimento di ritrovarsi a vivere, in piccolo, le odissee degli esploratori del passato."
Novantasei pagine, precisamente novantasei pagine per un piccolo saggio su come le vie trovano i viandanti, come recita il sottotitolo. Per chi come me ama leggere e camminare nella Natura, questo libro è più di un semplice libro: è un modo di stare al mondo.
"La vocazione di perdersi" di Franco Michieli fa parte della collana Piccola filosofia di viaggio della Ediciclo Editore, già questa collocazione ci dice molto a proposito delle pagine che il lettore leggerà.
Perdersi, o deviare rispetto a un percorso sperimentato, è la tecnica utilizzata dalla natura per evolversi. Anche in campo culturale molte novità e scoperte avvengono perché deviando da una tradizione ci si imbatte per caso in qualcosa di nuovo che si rivela interessante. Cristoforo Colombo ha trovato l’America mentre cercava l’Asia. Fin dalle sue prime traversate in montagna, Franco Michieli ha scoperto che accettare un mondo in cui ci si può perdere e dove si può finire su una strada imprevista e sconosciuta è un buon modo per rinnovarsi.
Si tratta di un libro illuminante dove forte si avverte il profondo legame che lega, da sempre, l'uomo con la Natura, sono pagine che propongono al lettore e al "camminatore" itinerari non preconfezionati o ben segnalati, ma farsi sorprendere dal non conosciuto, senza avere sempre tutto sotto controllo, lasciarsi trasportare invece dalla corrente, ogni tanto. Battere strade mai percorse, sterrate, sperdute, facendosi abbracciare dal silenzio pieno di vita della natura. Magari proprio sulla strada che credevamo sbagliata incontriamo il nostro Destino, ci affanniamo nel trovare la "nostra" strada, ci illudiamo di sceglierla e invece, proprio come i libri che leggiamo, è spesso la via che trova noi.
E' un inno alla potenza della Natura e alla capacità innata dell'uomo di interpretarne i segnali, alle sue capacità di orientamento osservando semplicemente il cielo con le sue stelle e la sua luna, assaporare il ritmo della lentezza, imparare la direzione del vento, affidarsi all'istinto e all'intelligenza.
L'autore a un certo punto pone questa domanda: "Cosa può dirci in proposito un cammino nella natura?", ogni lettore troverà la sua risposta.
Perdersi è, in fondo, un buon modo per rinnovarsi e per ritrovarsi.

Pillole biografiche
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foto da Ediciclo Editore |
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