"Da quel momento seppe che il suo nome alla fine dell'albero genealogico non si trovava lì invano"

"L'eredità delle dee" di Katerina Tuckova (Keller editore) è una storia avvincente che narra le vicissitudini di una famiglia seguendo come filo rosso conduttore la genealogia femminile.
Ambientato sulle montagne dei Carpazi Bianchi, nella comunità di Zitkova, da tempo immemorabile vive una stirpe di donne dotate di poteri eccezionali: sono guaritrici, maghe, veggenti, tramandano la loro arte di madre in figlia, un pò come accadeva (e accade ancora) in certi paesi del Sud Italia.
Le chiamano "dee" proprio per i loro poteri.
Si tratta di pagine cariche di mistero, dove la nostra protagonista Dora Idesova è l'ultima di questa discendenza di donne straordinarie, ma non ha ereditato nessuna arte. Rimasta orfana è passata alle cure di zia Surmena fino a quando anche quest’ultima scompare dietro le mura di una clinica psichiatrica. Dora finisce così in collegio, cresce, studia Etnografia e trova lavoro presso l’Accademia delle Scienze di Brno.
Quando negli anni Novanta vengono resi pubblici gli archivi della polizia segreta, Dora – che nel frattempo sta scrivendo un saggio riguardante le dee di Žítková – inizia le sue ricerche e si imbatte nel dossier sulla zia, la dea Surmena...
Ben presto quella di Dora si trasforma da indagine di studio in un vero e proprio viaggio nelle ombre e nei segreti del passato. Integrando informazioni e notizie storiche con i racconti delle ultime dee e degli abitanti di Žítková, Dora riesce a ricostruire il tragico destino di tutta la sua famiglia, un destino legato a un’antica maledizione, ma anche intrecciato alle vicende che hanno segnato il Paese e che hanno messo i poteri delle dee al centro degli interessi dei nazisti prima e dei comunisti poi.
Si tratto di un romanzo che si lascia leggere in fretta, tanto il desiderio di scoprire cosa accade ai personaggi, un'opera originale tanto che è stata annunciata come vero e proprio caso letterario che ha venduto oltre 110 mila copie solo in Repubblica Ceca, e non a caso perchè la storia è tessuta in maniera accurata dando spazio alle voci delle varie protagoniste che di pagina in pagina daranno vita ad un mosaico carico di aneddoti, ricetti, rimedi naturali, esperienze di sofferenza e di dolore, tanto commovente da rimanere impresso nella mente di chi legge queste righe.
Un libro che sfugge ad ogni definizione: è al contempo romanzo storico,thriller, esplorazione etnografica, indagine sulla magia, un affresco su un popolo, su una terra e sulle radici.
Una storia forte, fatta di coraggio, di perdita, di rinuncia, di sacrifico, di scelte che cambiano il destino, di ispirazioni (anche letterarie) pagine talmente belle che il confine tra realtà e finzione è impercettibile, di quei libri che ti viene voglia di rileggere.
«Bene, allora aspetta» sospirò Irma. «Prima prendi un po’ di tè e versane anche a me. È di nove erbe diverse, ti farà bene. O forse dovrei darti il prezzemolo dell’amore?» si ravvivò presto. «Per aiutarti a trovare un uomo. Vuoi che ti legga la cera? Ormai posso leggertela solo io, non lo sa fare più nessuno, approfittane finché sei in tempo. Beh, non mi guardare così, dovresti essere sposata da un pezzo ormai. Vediamo chi è il prescelto che ti sta aspettando» disse Irma con lo sguardo burlone. Dora sentì il tè zuccherato diventare amaro. «Prima mi racconti di Mahdalka e di Fuksena!» la pregò.
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