«A uccidermi sono state delle persone. Parabolani li chiamavano, dei monaci del deserto, guerrieri, pronti a uccidere per Dio, o meglio, per quello che altri uomini più furbi indicavano loro circa il volere di Dio. Che una donna non fosse degna, di insegnare, di parlare, di pensare. Sono stati loro a uccidermi, in una notte buia come questa, ma non è importante che siano stati loro. Potrebbero essere stati altri, umani che non sapevano cosa stavano facendo. Cattivi? Malvagi? Può darsi. Molti umani sono inconsapevoli e dunque infelici. Non parliamone più, non ha alcuna importanza e poi è successo tanto tempo fa» ha concluso Ipazia, come se il nostro fosse un discorso qualunque, uno dei nostri soliti discorsi e non riguardasse lei. Allora ho pensato che avevamo ancora un sacco di cose da fare quella notte. Che c'era ancora tempo prima di salutarci, che c'era ancora tempo...
«Guarda Camilla, stanotte sembra che i pianeti danzino per noi, sulle note di una musica antichissima che proviene dal passato» mi ha detto Ipazia guardandomi con occhi velati.
Ci sono libri capaci d'incantare appena le mani li sfiorano e le pagine cominciano a mostrare illustrazioni tanto belle da parlare da sè. Questa magia accade ai libri editi da rueBallu e con la mia ultima lettura: «Ipazia e la musica dei pianeti» di Roberta Torre, illustrata da Pia Valentinis.
Ipazia è stata una matematica, astronoma e filosofa greca antica, e la sua vita ci viene raccontata in queste pagine, mediante l'espediente della fiaba, ma in chiave modena, è questo il tono che l'autrice decide di consegnarci in dono.
Attraverso le pagine di un diario, faremo la conoscenza di Camilla, una astronauta in volo verso l’asteroide 2003-SD220 che intesse un curioso e affascinante dialogo con la grandiosa Ipazia d'Alessandria, vissuta nel IV sec. d. C:

Con loro vivremo i misteri dell'Universo facendoci coccolare dalle stelle, sulla musica sempiterna dei pianeti, una storia per tutti che ci permettere di fare la conoscenza di una delle più grandi Donne della Storia dell'umanità.
Nessun commento:
Posta un commento
Scrivi cosa ne pensi...