"Non è niente di grave, risponde, ma in realtà vorrebbe dire, Sì, per favore si prenda cura di me, mi aiuti ad alzarmi, mi chieda come è successo e perché, mi prenda a braccetto, voglio posare per un po' la testa sulla sua spalla"
Di matrioske, di sapori culinari legati all'infanzia, di scelte, di accettazione, di svolte, pagine dense di emozioni.
"L'erba di ieri" di Carolina Schutti, scrittrice tedesca di origine polacca, è un libro che letto tutto d'un fiato, in un giorno solo.
Non mi capitava da un po' di leggere un libro così velocemente, la storia mi ha totalmente ammaliata ed irretita che non ho potuto separarmi da queste pagine.
L'autrice ci narra di Maja, dalla sua infanzia all'età adulta, attraverso cambi di prospettiva e uno stile originale che mi ha colpito.
Maja è una bambina che non sa molto del suo passato, sa solo di essere nata in un Paese dal quale è dovuta scappare e di non ricordare neppure una parola della lingua madre, la lingua con la quale ogni essere umano fa ingresso nel mondo.
Vive con una vecchia zia che abita a stretto contatto con la natura e la povertà.
Maja cresce, ogni capitolo è una tappa della sua esistenza, e stringe un legame con un vicino di casa, Marek il quale le racconta le fiabe e le fa bere sciroppo di lamponi. A differenza della zia della ragazza che vuole dimenticare il passato, il vecchio Marek incita Maja a non dimenticarlo.
È stata una lettura davvero straordinaria, una boccata d'aria fresca per un verso, ma anche pagine intrise di malinconia e di un sapore antico di tempi lontani; l'autrice ha dedicato il libro alle sue nonne e questo dato mi ha fatto piacere perché è dalle nonne che si ereditano i ricordi e, di conseguenza, le storie più belle da custodire e tramandare.
Pagine che ci raccontano di abbandoni, della guerra attraverso i ricordi di Marek, di amore, di amicizia, di foto che seppur immobili sembrano celare un'eco persistente, di storie che diventano una seconda pelle.
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