"Un giorno mi hai chiesto
dove vanno le cose che abbiamo dimenticato
io ti ho risposto che restano, in fondo
le teniamo qui per sempre
non le abbiamo dimenticate sul serio
e poi ho immaginato la memoria
come un grande magazzino
e io e te siamo i custodi"
.
Sono affrontati temi come il perdono, il ritorno, il dolore, l'amore, ma l'autrice ne scrive, a mio avviso, con estrema delicatezza da un lato, e con un'incisiva intensità dall'altro, che però non sfocia mai nell'eclatante o nel dramma, quanto, invece, nella percezione empatica di certe emozioni. Ho trovato la sua poesia molto fotografica e gestuale.
La sua scrittura fa capire da subito il suo scopo: dare a ogni parola il suo scopo e la sua luce.
È una poesia non eccessivamente criptica, ma che unisce a un certo grado di maturazione artistica, la freschezza delle cose fatte per la prima volta, con entusiasmo e venerata attenzione.
I suoi versi sono un distillato che inebria, non se ne può fare a meno.
.
Ho amato ogni componimento poetico, che ho riletto più e più volte. Del resto, la poesia non si può leggere una volta soltanto e poi riporla, e delle poesie di Melania Panico non se ne potrà mai avere abbastanza, sono come un dono consegnato a mano, guardandoti negli occhi.
Nessun commento:
Posta un commento
Scrivi cosa ne pensi...