"Perché i libri sono lettere. D'amore. Di rabbia. E scrivere di più. Di più e così male. E così bene. Alla distanza in cui siamo dal paradiso"
Se io dovessi trovare una parola per definire questo libro, utilizzerei la parola carnale.
È un libro tessuto di passione e desiderio. Con prosa poetica l'autrice ci conduce con sé nei suoi immaginari unici, a cui non si può rinunciare. Le sue storie ammaliano, rimangono nel petto, dentro.
Siamo nel Medioevo. Terra di Hydrunte. Una bellissima adolescente, sospettata di stregoneria perché innamorata delle parole, si traveste da uomo per diventare l’allievo di uno Scriptorium particolare. Un luogo pieno di libri e inchiostri dove i maestri sono due fratelli. Un alchimista eremita e un arabo che colleziona nuche femminili, alla continua ricerca di quella perfetta per la stesura di un codice fatto di puro erotismo. Insieme scopriranno la mistica della sensualità, e la forma più spirituale dell’amore.
"La nuca" di Luisa Ruggio è favola gotica sul potere del desiderio in una storia, ma soprattutto è un'ode commovente e intensa Scrittura, una fascinazione irresistibile che attacca nel sangue e lì rimane. È un canto d'amore che ammalia.
Come disse la grandiosa Virginia Woolf "Quel che chiamiamo letteratura è come una tela di ragno, attaccata forse lievissimamente, ma pur sempre attaccata alla vita per tutti i suoi quattro angoli".
E a questa tela di ragno ci si attacca in ogni modo possibile, perché è vita. È da questo desiderio insaziabile che nascono le storie e "La nuca" è una storia meravigliosa che vi invito a leggere e rileggere.
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